Quarta parte. Alessio (Sicilia – Francia) Mi resi conto che soddisfare ogni desiderio, ogni istinto, ogni cosa che sentivo “naturale” mi stava portando al nulla, anzi mi avevano addirittura portato ai pensieri suicidi. Fu quando andai a farmi un test per l'HIV che lì mi sono detto: “Ma che cristiano sono? Che schifo che faccio? Il mio corpo appartiene davvero a Gesù, è davvero per la sua gloria?” Grazie a Dio – e lì ancora ha mostrato la Sua grazia nei miei confronti – non avevo nulla, ma ho cominciato davvero a domandarmi se fossi davvero un discepolo di Gesù. Assecondavo l'omosessualità quando la Bibbia a più riprese dice che gli omosessuali non vedranno Dio, ma la condanna eterna (1Corinzi 6:9; 1Timoteo 1:10; Romani 1:18-32; Genesi 19:4-5; Giudici 19:22-23; Levitico 18:22, 24, 29; Levitico 20:13). Però mi chiedevo: “Ma allora perché Dio mi ha creato così? Dio mi ha creato per essere condannato? Non ho alcuna chance? Ma la Bibbia non dice che Dio vuole che tutti siano salvati e vengano alla conoscenza della verità (1Timoteo 2,4)?” Ero confuso. Il problema stava proprio lì: credevo che fosse colpa di Dio, che lui mi avesse creato così, che fossi destinato ad essere così. Eppure mi illudevo… Non so, era come se acceso nella mia libidine ero abbandonato ad una mente perversa: avevo dimenticato che fino alle scuole medie mi piacevano le ragazze ed avevo anche avuto qualche fidanzatina. Ma davvero, Satana si era insinuato in questa ferita, io l'avevo lasciato fare e si era infettata. Come potevo pensare di essere nato così? Non era vero! Era soltanto una ferita che si era acuita nell'adolescenza. E mi sono ricordato di quell'amore finito al liceo che mi ha distrutto ed ha fatto cadere per sempre la già fievole immagine di uomo che avevo di me. Vedete come il nemico può ottenebrare la mente? Lui riesce a cancellare i nostri ricordi e “rimuovere” -come si dice in psicologia- i ricordi traumatici per non affrontarli e non sentirli dolorosi. Ma Dio è sovrano ed è più forte di Satana.
Due anni fa ho trovato lavoro a Parigi. Lì, incredibilmente, ogni appetito sessuale svanì. Già una volta mi era successo: ogni volta che partivo per mesi lontano da casa gli appetiti sessuali svanivano (parlo della ricerca di rapporto sessuali, ma la pornografia restava sempre). Poi ho capito che era un po' l'ambiente in cui vivevo che acuiva l'omosessualità: il modello genitoriale in particolare, ma anche la mancanza di occupazione. Da lì ho preso davvero sul serio la Parola di Dio: • Parimenti come la chiesa è sottomessa a Cristo, così le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa. Epistola agli Efesini 5,24 • La via del pigro è come una siepe di spine… Proverbi 15,19 Non voglio qui aprire un dibattito sulla sottomissione della donna. È chiaro che chi non sa ancora cosa significhi essere sottomessi a Cristo non potrà capire cosa significhi essere sottomessi al proprio marito. Cristo ama la chiesa, e la chiesa vi si sottopone perché sa di essere amata e sa di essere in buone mani. Allo stesso modo una moglie che sa di essere amata dal marito si sottoporrà a lui perché sa che lui farà tutto per il suo bene. Le derive ed in fraintendimenti ci sono sempre. La sottomissione cristiana non è violenza né machismo ma nell'amore e nel rispetto reciproci. Ricordiamoci in oltre che ogni parola che esce dalla bocca di Dio è per il nostro bene: queste parole sono un insegnamento anche per le famiglie: un bambino che vede sua madre non sottomettersi al marito vorrà vestire i panni della madre per avere potere. Per le ragazze tentate dal lesbismo accade proprio quello che succede se si fraintende questa parola del Signore, in senso maschilista: vedono il padre così forte, aggressivo e che degrada l'immagine della madre che per non vivere la stessa cosa nel futuro vestono i panni del padre e si identificano negli uomini. Molti omosessuali sono vittime di modelli genitoriali squilibrati in cui la donna fa l'uomo e l'uomo fa la donna. Seppure apparentemente vestono i panni “giusti”, ma i ruoli sono invertiti: la madre comanda, ordina, decide; il padre soccombe, tace, esegue gli ordini. Siamo d'accordo che una coppia vive e si valorizza nella complementarietà, tanto che Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui». (Genesi 2,18) Un aiuto collabora, non legifera. Eppure anch'io mi sono trovato, seppur riempito d'amore di cure e di affetto, in questo strano triangolo in cui vedevo mia madre dominante. Io volevo avere potere, quindi per avere potere dovevo essere come lei: una donna. Passavo più tempo con lei che con mio padre e, a poco a poco, amavo di più fare le cose delle donne (giocare con le bambole, andare dal parrucchiere, etc). Io amo i miei genitori e non potrò mai ricambiarli dell'amore, dell'affetto, delle cure che mi hanno dato. Probabilmente, essendo sempre stato un bambino molto sensibile tutto aveva per me una eco diversa, più amplificata e riverberante. Ma mi assumo tutta la responsabilità del mio peccato! Quando Caino era tentato di uccidere per invidia suo fratello Abele, Dio gli disse bene: • «Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare». Genesi 4,6-7 Il peccato era lì che mi spiava, si aggirava come un leone ruggente cercando di sbranarmi. Caino dopo questo consiglio di Dio, fece orecchie da mercante e andò ad uccidere suo fratello. Io, allo stesso modo, non volli ascoltare il consiglio di Dio e non volli dominare il desiderio. Sentivo nel mio cuore, nella mia coscienza, fin dall'inizio che stavo facendo qualcosa di innaturale, eppure sono andato avanti. Caro/a amico/a, mettiti in testa che mille cose avranno potuto spingerti, influenzarti, convincerti di praticare atti omosessuali e di identificarti come tale, ma sappi che io e tu ad un certo punto abbiamo detto sì! C'ha forse costretto qualcuno a scriverci in una chat di incontri, avere rapporti da adulti consenzienti, andare in discoteca, chiamarci “gay”? No! Alla fine io ho detto sì al peccato ed all'identità! Un giorno, se non ti ravvederai, davanti al Signore apparirai tu e tu solo, con la tua causa: non potrai dirgli che qualcuno ti ha spinto a farlo e perciò hai continuato. Il Suo perdono e la Sua grazia per mezzo del sangue di Gesù versato sulla croce al Golgota sono sempre disponibili finché siamo in vita: fai la scelta giusta, ravvediti e credi nel Signore Gesù, prima che sia troppo tardi! Lui è pronto a perdonarti e a curare ogni ferita del passato e del presente. • Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Vangelo di Matteo 11,28 Un primo passo verso la liberazione, seppur non consapevole, è stato quindi quando il Signore mi ha fatto trovare lavoro qui a Parigi. Subito ogni volontà di cercare ragazzi è sparita. Ho cominciato a frequentare una chiesa. Ancora mi consideravo gay, ma non mi ponevo più il problema se la chiesa che frequentavo credesse se l'omosessualità fosse peccato o no. La mia comunione col Signore cresceva: passavo sempre più tempo a leggere e meditare la Bibbia e a pregare. Inoltre, il fatto di aver trovato un lavoro, seppure estivo, mi aveva mostrato la mano del Signore, che fosse interessato a me, ai miei bisogni. Un giorno mi licenziai perché un ragazzo conosciuto a cena di amici mi aveva proposto un tempo indeterminato. Mi avevano fatto il colloquio e chiamato per confermarmi che ero assunto e che potevo licenziarmi da dover lavoravo. Mi sono fidato, seppure non avevo firmato nulla. Dopo pochi giorni si sono rimangiati quello che mi avevano detto ed ho richiamato il lavoro dov'ero prima e miracolosamente mi hanno riassunto col tempo indeterminato. Questa è stata per me una conferma che Dio mi voleva a Parigi. Un giorno, in una pausa di lavoro, ho sentito nel mio cuore un bisogno impellente che mi diceva: “Cerca su Youtube nel telefonino: guarire dall'omosessualità”. Prima non mi ero mai posto questo dilemma: ero gay e basta; non avevo bisogno di avere rapporti sessuali con uomini ma rimanevo gay, essendo nato così. Eppure quel bisogno, quella voce… Per la prima volta ho sentito la parola “guarigione” (emotiva e spirituale) che prima non mi era mai passato per la testa. Ho trovato un video-testimonianza del pastore Richard Cohen, ex omosessuale. Sentire la sua testimonianza ha come fatto cadere delle scaglie dai miei occhi. A parte cominciare a piangere, la sua testimonianza seppure per molte cose diversa e più dolorosa mi ha toccato in una maniera profonda. Da quell'istante ogni cosa è cambiata, ho cominciato a vedere me stesso completamente differente, come un ragazzo ferito, distrutto e ingannato al quale Gesù offriva la guarigione e la salvezza. Questa occasione, dopo la prima persa, quando la prima volta in chiesa evangelica con mia cugina, cominciai a piangere chiedendo a Dio di guarirmi dall'omosessualità, non me la sarei persa. Quella volta pure: non mi ero mi posto il problema dell'omosessualità, ma come prima preghiera ho chiesto a Dio di liberarmene, e stavolta pure. Chi mi ha messo questo pallino in testa? Io dico che è lo Spirito Santo e anche la Bibbia lo dice: • Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili… Epistola ai Romani 8,26 Gesù stava bussando ancora una volta alla porta del mio cuore. Il Suo amore e la Sua pazienza mi hanno fatto innamorare di Lui. Mi stavo davvero attirando a Lui e il Suo interesse per me mi ha spiazzato. Ho detto di sì! Da quel momento, malgrado ancora le tentazioni omosessuali, non mi sono più definito gay! Continua...
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April 2017
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